Apprendiamo dalla stampa locale che l’assessore alle Politiche per la Salute della Regione Emilia Romagna Massimo Fabi esprime la volontà “di superare i CAU aperti nelle Case di Comunità”, compresi quelli dall’area metropolitana bolognese, discussione questa che rientra nella più complessa riforma sui nuovi centri per l’assistenza territoriale.
Abbiamo letto attentamente l’atto di programmazione regionale per la istituzione e attuazione delle forme organizzative della medicina convenzionata dove non c’è traccia di chiusure e superamenti dei centri di assistenza e urgenza.
Per questo la perplessità lascia spazio allo sgomento.
L’assessore si è confrontato con tutti i soggetti interessati prima di procede a mezzo stampa alla chiusura di un servizio che esiste, e sopratutto viene gestito dal pubblico?
Nostra abitudine è quella di discutere nei luoghi della negoziazione, per questo abbiamo richiesto una convocazione urgente della CTSSM di Bologna per:
- Valutare le ricadute territoriale del nuovo atto di programmazione sulle AFT e ECCP ed esprimere un nostro giudizio;
- Verificare la coerenza amministrativa nelle scelte di pianificazione dei CAU in ottica metropolitana;
Le scriventi Organizzazioni sindacali sono sempre disponibili al confronto nel merito delle questioni per garantire che il livello di prestazioni ed interventi che oggi fanno i CAU e la qualità del lavoro e delle professionalità espresse da coloro che vi operano venga garantito oggi come in futuro anche alla luce di nuove scelte organizzative.
Resta il rammarico per il vizio di fondo del tempo che ci tocca vivere, quello di cambiare nome alle cose per rendere tutto precario, incompiuto e spesso respingente.