Dichiarazione di Filcams Cgil di Bologna; Fisascat Cisl Amb e Uiltucs Emilia Romagna su contratto farmacie private
Ogni cittadino conosce il proprio farmacista, in ogni città, in ogni borgo, anche nella frazione più piccola è sempre presente una farmacia, la quale da sempre è un punto di riferimento per la popolazione, soprattutto quella più fragile.
In Italia ci sono più di 20 mila farmacie, solo a Bologna più di 200 e in queste farmacie lavorano più di 60mila farmacisti e farmaciste che, dopo un percorso di studio lungo e complesso, diventano un punto di riferimento costante per la popolazione, garantendo un servizio essenziale, anche di notte e nei festivi (sempre per assolvere al meglio il proprio ruolo e guidati dalla loro deontologia).
Dal mese di agosto 2024 il contratto collettivo nazionale di lavoro che regola il rapporto di lavoro dei farmacisti collaboratori è scaduto e da quel momento si sono aperte le trattative per il rinnovo. Dopo quasi un anno di trattativa, quest’ultima si è interrotta a seguito dell’indisponibilità di Federfarma ad accettare le proposte di miglioramento delle condizioni presentate dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil.
La proposta di Federfarma si è cristallizzata su una proposta di aumento di 120 € mensili in 3 anni, una cifra che i sindacati hanno reputato totalmente inadeguata se rapportata alla loro richiesta di aumento di 360 €.
Affermano i sindacati che “120 € in tre anni è una proposta che non è in grado di coprire minimamente l’aumento dei costi a causa dell’inflazione e che, in un città come Bologna, dove il costo della vita e degli affitti sono aumentanti in maniera incontrollata diventa un fattore che spinge sempre più farmacisti ad andare via dalla città felsinea o ad abbandonare la professione.”
Per un qualsiasi cittadino è evidente come negli ultimi anni le farmacie sono cambiate diventando sempre più presidio sanitario di prossimità. Al loro interno si possono effettuare sempre più servizi e sempre più controlli. Per effettuare questi servizi è richiesta formazione continua e corsi di aggiornamento costanti, che il farmacista è costretto ad effettuare alla fine del proprio turno di lavoro, a scapito della propria vita famigliare e privata e spesso a proprie spese.
Federfarma si vanta di aver creato la farmacia dei servizi ma tali servizi: eco, holter, autoanalisi, test intolleranze, screening e check vari, non vengono riconosciuti come un plusvalore del professionista sanitario e quindi non è previsto nessun riconoscimento salariale.
“Si chiede ai Farmacisti e alle Farmaciste di avere un ruolo sempre più fondamentale nel sistema di cura italiano ed essere sempre di più i primi baluardi a cui il cittadino può rivolgersi – sottolineano Filcams , Fisascat e Uiltucs di Bologna – i farmacisti e le farmaciste chiedono solo di poter avere: una crescita professionale, una maggiore conciliazione tra la vita personale e il lavoro, tempo e supporto per formarsi e aggiornarsi costantemente oltre ad un aumento salariale dignitoso”.
Per questi motivi, a seguito dell’apertura dello stato di agitazione proclamato a livello nazionale e nell’ambito delle iniziative di mobilitazione, Filcams Cgil Bologna, Fisascat Cisl Area Metropolitana Bolognese e Uiltucs Emilia Romagna, effettueranno un presidio il giorno 20 giugno 2025 dalle 13 alle 15 presso la sede di Federfarma Bologna in via Garibaldi 3 a Bologna.