Dichiarazione congiunta del segretario generale Uil ER, Marcello Borghetti e del segretario generale Feneal Uil ER, Riccardo Galasso su lavpratore morto a San Lazzaro
Oggi è un giorno di profondo dolore e rabbia. La morte di un lavoratore edile, Brahim Ait El Hajjam di 47 anni, impegnato in un cantiere pubblico della nostra regione, avvenuta nel pomeriggio di oggi anche a causa delle condizioni estreme di caldo, rappresenta l’ennesima tragedia annunciata. Una tragedia che si somma al dramma nazionale delle morti sul lavoro e che, questa volta, come purtroppo confermato dalle prime informazioni, è direttamente legata agli effetti delle temperature estreme.
Non è accettabile morire di caldo mentre si lavora. Non possiamo più assistere impotenti a questo stillicidio di vite spezzate.
Come UIL Emilia-Romagna e FENEAL UIL Emilia-Romagna lo avevamo detto, scritto e chiesto formalmente: già il 10 giugno scorso abbiamo inviato una lettera alla Regione, chiedendo un’ordinanza urgente per garantire la sicurezza di lavoratrici e lavoratori contro il rischio calore, attraverso una cornice normativa che aiutasse anche la contrattazione a definire strumenti adeguati di tutela.
Oggi avremmo voluto salutare positivamente la proposta di ordinanza regionale, che si stava definendo proprio in queste ore e che rappresentava un passo importante nella giusta direzione, anche grazie al pressing sindacale. Ma purtroppo questa misura arriva dopo un evento tragico che segna ancora una volta la cronaca nera del lavoro nel nostro Paese.
Questa tragedia deve diventare un punto di svolta. Deve essere chiaro a tutti — istituzioni, imprese, associazioni datoriali — che la sicurezza dei lavoratori non può più essere considerata un elemento residuale o emergenziale.
Ogni anno, già dalla primavera, sappiamo che arriveranno ondate di caldo sempre più frequenti e intense. Non possiamo più rincorrere le emergenze. È necessario che le misure di tutela siano predisposte prima, già da maggio, e operative per tutto il periodo caldo, da giugno a settembre.
Per questo, UIL Emilia-Romagna e FENEAL UIL Emilia-Romagna confermano la volontà di aprire immediatamente un confronto con la Regione e con le controparti datoriali per costruire un protocollo stabile e permanente, che stabilisca regole certe, tempi rapidi e interventi preventivi contro il rischio calore sui luoghi di lavoro, un protocollo che tenga conto delle ordinanze comunali e che consenta alle aziende di aprire confronti con le oo.ss. di rimodulazione dell’orario di lavoro ad esempio.
La salute e la sicurezza non sono né un costo né un’opzione: sono un diritto inviolabile e una responsabilità collettiva.
Non possiamo più permettere che il caldo uccida chi lavoro e sui tragici eventi di oggi attendiamo che le auto facciano piena luce sulle cause. Lo dobbiamo a chi oggi non c’è più, alle loro famiglie e a tutte le lavoratrici e i lavoratori che ogni giorno, sotto il sole e in condizioni estreme mandano avanti il nostro Paese.