FP CGIL e UIL Trasporti intendono rappresentare il disagio e le difficoltà delle lavoratrici e lavoratori di “Bologna Servizi Cimiteriali” (BSC) e “Bologna Servizi Funerari” (BSF) che quotidianamente si trovano ad affrontare sul luogo di lavoro in uno dei servizi pubblici più delicati avendo a che fare con la perdita di persone care.
Da oltre dieci anni BSC e BSF sono aziende partecipate con il 51% delle quote in capo al Comune di Bologna ed il restante 49% in capo a “SpV Bologna Spa” e da alcuni anni è in atto un progressivo e sistematico ridimensionamento delle attività svolte direttamente dai lavoratori di BSC, in favore del socio privato.
Si tratta delle attività di pulizia dei cimiteri, di manutenzioni ordinarie e straordinarie di immobili e tombe, di esumazione, estumulazione, montaggio lapidi, tumulazioni in loculi e sepolture in terra.
Un trasferimento di attività che ci pare di poter affermare, stia determinando un abbassamento della qualità dei servizi offerti, come testimoniano l’aumento considerevole delle segnalazioni da parte dei cittadini e dei fornitori (es. marmisti) e della qualità del lavoro.
Occorre segnalare a tal proposito che mentre agli operatori di BSC viene applicato il contratto nazionale di settore per i servizi cimiteriali, agli operatori del socio privato viene applicato un altro contratto nazionale, il multiservizi, che prevede retribuzioni e condizioni inferiori.
Se si prende a riferimento il Piano degli investimenti 2022 (l’ultimo deliberato) si può riscontrare quanto effettivamente sia stato realizzato e come non siano state rispettate le tempistiche delle attività assegnate al socio privato (manutentive, di progettazione, cimiteriali, ecc..)
Fino ad oggi ai disservizi segnalati dai cittadini, hanno posto rimedio gli operatori di BSC che però sono in costante diminuzione per il mancato investimento in nuove assunzioni, nemmeno quelle per sostituire chi va in pensione o cessa l’attività, con la conseguente perdita di Know-out e quindi l’ulteriore peggioramento del servizio.
Anche sotto il profilo economico, non ci pare un’operazione vantaggiosa per il comune di Bologna se è vero che Il costo del lavoro di un dipendente del socio privato viene rimborsato da BSC con un importo medio di € 35/h (il percepito in busta paga dallo stesso lavoratore è estremamente inferiore), mentre un neo assunto direttamente alle dipendenze di BSC costerebbe €. 20/h.
Ci chiediamo quindi quale sia la ratio che sta alla base di questa situazione che sta determinando un abbassamento della qualità del servizio, della qualità del lavoro e un aumento dei costi. Costi che è sempre bene ricordare, sono finanziati da risorse pubbliche.
Le lavoratrici e i lavoratori sono giustamente preoccupati e noi con loro. E’ necessario, quindi che l’Amministrazione comunale faccia chiarezza e metta in atto azioni concrete per ristabilire qualità nel servizio e per chi in esso opera.

