Dichiarazione congiunta del segretario generale Uil Emilia Romagna, Marcello Borghetti e del coordinatore Uil Bologna area metropolitana, Manuel Michelacci su ceto medio
«La discussione sul ceto medio è tornata al centro del dibattito, ma per la UIL il punto è chiaro: serve una risposta al ceto medio sofferente e un impegno concreto per riportare nel ceto medio quei lavoratori, pensionati e giovani che oggi vivono una grave crisi di potere d’acquisto.
Parliamo di lavoratori e pensionati, il cuore del sistema produttivo e sociale, sempre più schiacciati dal caro-vita e da salari fermi. E parliamo di giovani, a cui viene troppo spesso negato un lavoro stabile e dignitoso.
A Bologna la distanza tra ceto medio e povertà si è ormai ridotta a un livello pericoloso. Anche chi lavora fa fatica ad arrivare a fine mese, soprattutto chi ha contratti precari o mal pagati, in una città dove il tema alloggi e il costo generale della vita sono diventati insostenibili.
La questione del ceto medio non è astratta a patto che si parli di rilanciare il reddito di lavoratori dipendenti, pensionati e giovani precari, cioè di quelle persone che tengono in piedi il sistema e pagano le tasse in busta paga.
In questi giorni è partito il confronto con il Comune di Bologna per la creazione di uno scudo sociale per il ceto medio, con un fondo di garanzia che consenta prestiti a tasso agevolato a chi è schiacciato da bassi salari e costo della vita in aumento.
Come sempre, la UIL valuta nel merito le proposte, ma soprattutto la loro concretezza. Lo scudo sociale può essere una risposta vera a patto che includa anche i lavoratori precari, i fantasmi per i quali ci siamo mobilitati negli ultimi mesi. Servono misure che accompagnino le persone verso la stabilità lavorativa e un reddito che consenta un progetto di vita.
Resta inoltre urgente agire sui tavoli aperti da troppo tempo, come quello del turismo, per affrontare i nodi di redistribuzione delle risorse, precariato e illegalità.
La proliferazione di proposte, anche interessanti, non può restare sulla carta. È il momento di passare ai fatti, senza veti o rallentamenti. Bologna ha bisogno di risposte vere, ora».