Dichiarazione congiunta delle segreterie provinciali di Fim-Fiom-Uilm su contratto industria
Si è svolto questa mattina, presso il Circolo Arci San Lazzaro, l’attivo unitario delle delegate e dei delegati Fim-Fiom-Uilm delle aziende metalmeccaniche di Bologna che applicano il CCNL Industria Metalmeccanica (Federmeccanica).
L’attivo, a cui hanno partecipato oltre 200 delegate e delegati delle RSU delle aziende bolognesi, è stato presieduto da Luigi Zanini (segretario generale Uilm Bologna), ha visto la relazione introduttiva di Michele Bulgarelli (segretario generale Fiom Cgil Bologna) e le conclusioni di Roberta Castronuovo (segretaria generale Fim Cisl Amb).
Da domani Fim-Fiom-Uilm saranno impegnate nello svolgimento delle assemblee sindacali retribuite in tutte le aziende del territorio, per presentare alle lavoratrici e ai lavoratori i contenuti dell’ipotesi di piattaforma per il rinnovo del contratto, approvata dagli organismi dirigenti delle tre Organizzazioni Sindacali dei metalmeccanici e ora sottoposta al giudizio delle metalmeccaniche e dei metalmeccanici. Le assemblee e i referendum nei luoghi di lavoro si concluderanno il prossimo 15 ottobre.
I metalmeccanici chiedono giustizia fiscale, giustizia sociale e giustizia ambientale. La nostra è una piattaforma che parte dalla necessità di dare futuro all’industria e al lavoro industriale, attraverso politiche industriali mirate al rafforzamento dei settori strategiche e attraverso un piano straordinario di investimenti pubblici nell’ottica di un green new deal, passa dalla richiesta di utilizzare la defiscalizzazione degli aumenti contrattuali e dalla riduzione della tassazione sul lavoro.
Nella piattaforma di Fim-Fiom-Uilm centrali sono l’attenzione per il “mercato del lavoro” (appalti e precarietà), per la formazione professione, le competenze, la crescita e l’inquadramento, il coinvolgimento dei lavoratori e dei loro rappresentanti – le Rsu – e l’idea che la produttività aggiuntiva portata dall’innovazione tecnologica debba essere redistribuita sia sotto forma di remunerazione che di riduzione degli orari di lavoro.
Nella piattaforma è molto forte il ruolo delle competenze del lavoratore, evoluzione naturale del diritto alla formazione professionale del contratto precedente, diritti che devono essere esigibili anche attraverso le nuove tecnologie, il monitor skill, che può avere una funzione sia per la riforma dell’inquadramento, che per la creazione di politiche attive territoriali mirate.
Per la parte economica si richiede un aumento dell’8% dei minimi tabellari in tre anni (2020-2022) e meccanismi di diffusione della contrattazione di secondo livello attraverso il rafforzamento dell’ “elemento perequativo”.
La grande e diffusa campagna unitaria di assemblee nei luoghi di lavoro sarà anche l’occasione per fare il punto con le lavoratrici e con i lavoratori sulla situazione di rallentamento dell’economica anche nel nostro territorio, riconfermando la richiesta di rifinanziamento ed allargamento degli ammortizzatori sociali e di un blocco dei licenziamenti di fronte alle situazioni di crisi».