In Emilia-Romagna, nel primo semestre del 2025 si sono registrate oltre 34.693.026 ore di ammortizzatori sociali (cassa integrazione e fondi di solidarietà) autorizzate dall’Inps. L’incremento è del +21,5% rispetto allo stesso periodo del 2024. Lo studio, curato dall’Ufficio Studi Uil, non comprende Fsba (artigianato) né il fondo somministrati.
Guardando alla Cassa integrazione ordinaria, l’aumento è dell’11,7%, con oltre 20,8 milioni di ore (erano 18,7 milioni nel 2024): un segnale di nuove difficoltà temporanee e aziende che entrano in crisi. La Cassa integrazione straordinaria cresce invece del 38%, sfiorando i 13 milioni di ore (contro 9,4 milioni nel 2024), a conferma dell’aumento di crisi strutturali e riorganizzazioni aziendali.
Nel dettaglio provinciale, il quadro è eterogeneo: la maggior parte delle province registra un aumento delle ore di cassa integrazione. Ecco i principali dati per provincia:
- Bologna: 7.781.026 ore (+15%)
- Modena: 7.652.108 ore (+44,5%)
- Reggio Emilia: 6.197.208 ore (+15,1%)
- Ferrara: 3.221.098 ore (+37,7%)
- Rimini: 3.155.540 ore (–15,5%)
- Ravenna: 1.741.516 ore (+18,8%)
- Forlì-Cesena: 2.295.098 ore (+46,2%)
- Parma: 950.484 ore (–3,3%)
- Piacenza: 801.838 ore (+56,4%)
«La Uil denuncia la mancanza di una vera strategia industriale nazionale – dichiara Marcello Borghetti, segretario Uil Emilia-Romagna – capace di governare le transizioni tecnologiche e tutelare il lavoro stabile e i redditi. I dati crescenti sulla cassa integrazione e sul rallentamento produttivo segnalano una crisi strutturale, non contingente. Serve un cambio di passo che metta al centro la qualità del lavoro, la tenuta sociale e le prospettive del sistema produttivo».
«L’accordo tra UE e USA sui dazi al 15% – prosegue Borghetti – suscita forti perplessità e resta incompleto: auto e componentistica, settori strategici soprattutto per l’Emilia-Romagna, restano esclusi, alimentando incertezza. L’export regionale verso gli Stati Uniti supera i 10 miliardi di euro, coinvolgendo oltre 6.000 imprese e migliaia di lavoratori a rischio».
La Uil, attraverso il segretario generale, PierPaolo Bombardieri, ha più volte richiesto un confronto urgente con il Governo per definire interventi concreti a tutela del sistema produttivo. Le priorità sono difendere occupazione, redditi e contrattazione collettiva; vincolare gli aiuti pubblici alla salvaguardia dell’occupazione; orientare le transizioni con responsabilità sociale, attraverso politiche industriali, politiche attive del lavoro, percorsi di formazione e strategie di riqualificazione.
Servono politiche di rilancio dei redditi basate su un alleggerimento fiscale per lavoratori e pensionati, il rinnovo dei contratti nazionali, la rivalutazione delle pensioni e il rilancio del sistema sociosanitario.
«Per questo – conclude Borghetti – abbiamo chiesto al Presidente della Regione di rilanciare il Patto per il Lavoro, con l’obiettivo di rafforzare l’occupazione di qualità, la sicurezza sul lavoro e rimettere le persone, la dignità e la giustizia sociale al centro dell’agenda politica».