Dichiarazione del segretario generale Uil ER, Marcello Borghetti e del coordinatore Uil Bo e Città Metropolitana con delega alle politiche abitative, Manuel Michelacci su affitti
I dati parlano chiaro. Gli affitti continuano a salire, gli alloggi si riducono. A Bologna si arriva a 1.150 euro al mese. A Modena l’affitto incide sul reddito per il 43,5%. E intanto, le case vengono dirottate verso i turisti. La UIL Emilia-Romagna lancia l’allarme: «Servono regole, serve giustizia sociale. È ora di prendere una decisione».
Uno studio della UIL (Scarica qui lo studio) fotografa una realtà insostenibile: Bologna è la nona città in Italia per incidenza del canone sul reddito (36,8%), con oltre 6.700 alloggi presenti sulle piattaforme di affitti brevi. Si tratta di case che, nei fatti, spariscono dal mercato residenziale.
A Modena il fenomeno cresce ancora più rapidamente: +13,3% solo nei primi mesi del 2025. «Stiamo aspettando una legge regionale, ma intanto le città si svuotano e i lavoratori vengono spinti fuori».
Serve una svolta. La UIL lo chiede da anni. Occorre:
- Limitare le licenze per affitti brevi nei quartieri più in sofferenza.
- Legare le licenze alla presenza di contratti a canone concordato.
- Difendere i residenti, non solo seguire il mercato.
«Una licenza, un alloggio calmierato». Questa è la proposta della UIL per tenere insieme coesione sociale e vocazione turistica delle città. I territori devono raggiungere una quota minima di canoni concordati per permettere nuovi affitti brevi turistici.
Gli affitti a canone concordato non sono beneficenza: sono una scelta di equità. Per chi lavora, per chi studia, per chi vuole vivere in città senza essere tagliato fuori.
“Non basta il criterio dei residenti. Serve più coraggio. Dopo tanti studi, vogliamo risposte concrete.”
La UIL Emilia-Romagna porterà questa proposta sui tavoli regionali. Perché la casa è un diritto e occorrono scelte pragmatiche e urgenti.