In Emilia-Romagna, nei primi nove mesi del 2025 si sono registrate oltre 46,1 milioni di ore di ammortizzatori sociali (cassa integrazione e fondi di solidarietà) autorizzate dall’INPS, con un aumento dell’11,9% rispetto allo stesso periodo del 2024.
Lo studio, curato dall’Ufficio Studi UIL, non comprende FSBA (artigianato) né il Fondo Somministrati.
L’incremento riguarda soprattutto la Cassa Integrazione Straordinaria, che cresce del +37,6%, a conferma di una crisi ormai strutturale e non più temporanea. La Cassa Ordinaria si mantiene stabile (+0,3%).
Questa dinamica riflette l’assenza di una visione nazionale ed anche europea sulle politiche industriali ed energetiche, necessarie per guidare i processi di riconversione, sostenere la transizione ecologica e difendere l’occupazione stabile.
Nel dettaglio provinciale, la maggior parte dei territori registra un aumento delle ore di CIG:
- Bologna: 10.267.056 ore (+20,1%)
- Modena: 10.586.084 ore (+18,9%)
- Reggio Emilia: 8.733.968 ore (+26,2%)
- Ferrara: 3.530.252 ore (+13,0%)
- Rimini: 3.808.794 ore (–26,1%)
- Ravenna: 2.651.800 ore (–14,4%)
- Forlì-Cesena: 2.891.698 ore (+15,7%)
- Parma: 1.435.400 ore (+10,2%)
- Piacenza: 1.062.190 ore (+30,9%)
Questi numeri mostrano un sistema produttivo in difficoltà crescente, con segnali di crisi profonda che attraversano le filiere industriali e manifatturiere. Senza una strategia industriale ed energetica chiara, il rischio è di perdere occupazione qualificata e competitività territoriale.
Per questo come UIL Emilia Romagna chiediamo anche di rilanciare il Patto per il Lavoro, con l’obiettivo di rafforzare il sistema produttivo, sostenere le imprese che innovano e mettere la persona e il lavoro di qualità al centro delle scelte politiche e sociali.
Per la UIL è fondamentale la capacità di ridistribuire la ricchezza, per aumentare in modo efficace i redditi da lavoro, garantire stabilità occupazionale e sicurezza sul lavoro, e sostenere il nostro modello di stato sociale pubblico, oggi sotto pressione anche per il saldo demografico negativo e le nuove esigenze sociali emergenti.

